Trame riparative

- fare degli strappi della vita delle piccole opere d’arte -

Diario di un'esperienza
Percorso di Visible Mending nella sezione maschile del carcere Bassone di Como

Quando abbiamo proposto di fare un laboratorio di rammendo alla sezione maschile del Carcere di Como, noi per prime ci siamo sentite di fare un salto nel buio.
Il rammendo è un’arte antica, ma decisamente femminile. Inoltre, in un ambiente come quello del carcere, in cui i ruoli sono stabiliti da una legge arcaica e immutabile, ci sembrava di interferire con equilibri in cui avremmo avuto pochi margini di successo. Poi, semplicemente siamo entrate e a nessuno è parsa strana la proposta di un lavoro con ago e fili colorati. È stata accolta... et voilà… subito spazzate via ore e ore di dubbi.
Bastava saltare oltre al pregiudizio.

5 motivi per cui portare il rammendo in carcere

  • È un mestiere utile da imparare e, se approcciato con passione, può anche diventare una professione.

  • La dimensione collettiva del corso favorisce la socialità e la condivisione, mentre la dimensione individuale del lavoro stimola il racconto e la narrazione. Queste due componenti, insieme, si nutrono e si alimentano creando esperienze importanti.

  • È un lavoro che obbliga alla pazienza e alla cura, generando una dimensione meditativa e di calma interiore.

  • Prevede un lavoro artistico e creativo sull’oggetto. Il rammendo, infatti, è ben visibile e grazie all’uso di forme e colori permette di esprimersi anche in un gesto artistico che di per sé è terapeutico in quanto permette di "far uscire" ciò che abbiamo dentro.

  • È una sintesi della vita. Le esperienze che attraversiamo portano a giorni “rammendati” e quei rammendi si vedono. Si lavora insieme affinché questi rammendi non siano stonature, ma valori che raccontano storie. Imparando la tecnica del visible mending invece di nascondere il problema lo si esalta, lo si trasforma e lo si fa diventare un punto di forza del capo.

Ecco com’è andata…

Da marzo alla fine di maggio di quest’anno abbiamo lavorato con un gruppo di 8 ragazzi di età e nazionalità diverse. Un’esperienza di grande e autentico scambio umano e artistico. Dopo aver trasmesso loro le tecniche di base del rammendo, abbiamo proposto di lavorare direttamente sui capi di abbigliamento e fare esperienza “sul campo”.
Le immagini raccontano quella che secondo noi è stata l’esperienza più significativa di tutto il percorso.
Verso la fine del laboratorio abbiamo chiesto ai ragazzi di confrontarsi con la responsabilità di rammendare un capo di qualcun altro, di qualcuno che non conoscevano. E così abbiamo chiesto ad alcuni amici di scegliere un capo di abbigliamento a cui erano particolarmente affezionati ma che non mettevano più perché danneggiato (bucato, sfilato, strappato ecc...). Ognuno di loro ha preparato un pacco con il capo scelto e una lettera con due righe di presentazione di sé e di ciò che avevano deciso di far rammendare.
Quando i pacchi sonoentrati in Sezione sono emerse tante emozioni: stupore, allegria e incredulità. Ognuno, scegliendo il suo pacco, ha "fatto conoscenza" del suo primo "cliente". Sulla lettera alcuni avevano anche segnato preferenze di colori, gusti personali, scelte estetiche... Tutto è stato condiviso in gruppo e poi ... al lavoro con cura, entusiasmo e un certo senso di responsabilità.

Ecco i lavori:

 
 

Alcuni lavori ci hanno commosso, altri ci hanno fatto sorridere e altri ancora ci hanno stupito per la genialià, la scelta dei colori e del motivo utilizzato.
Si è creato un filo invisibile tra chi ha dato il capo e chi lo ha rammendato. Certe lettere hanno avuto risposta e una volta che il capo è tornato nelle mani del proprietario ha suscitato un nuovo desiderio di comunicazione. Nuove lettere, nuovi scambi, una relazione che nasce, un legame che si crea.

 
 

Il progetto ha avuto successo, è stato rifinanziato e in autunno ricominceremo.
Chi ci sarà ad accoglierci?
Tenete pronto un capo da far rammendare...